di Oligert
Mrruku
Questa settimana ho fatto il colloquio con
la mia famiglia ed era da novembre che non vedevo mia moglie e mia figlia... il
terzo colloquio che faccio in tre anni di detenzione. Le sensazioni sono
indescrivibili e non basterebbero tutte le parole del mondo per raccontare quel
momento.
La mattina mi sono svegliato prestissimo,
diciamo che non ho dormito quasi per niente: l’ansia, la voglia di vederle, la
paura di che ne so io.. che magari non mi volevano più, e mille altre paranoie.
Aprono le celle e vado a passeggiare all’aria, un ritmo frenetico e incessante
attanagliava la mia mente, ma quando arrivano? Sarà successo qualcosa? Mentre
stavo impazzendo in questo vortice di pensieri sento Mrruku colloquio!
Un respiro profondo e via…
Entro in quella piccola sala e le vedo lì
più belle che mai! I ricordi in un momento si affacciano alla mia mente. Tutto
appare nitido in una frazione di secondo, mia moglie col pancione, noi due
giovanissimi genitori, le nostre paure, poi altro flashback... mia figlia, la
sua nascita, avevo addirittura paura a tenerla in braccio, non pensavo mai
sarei riuscito a fare il padre perché ero davvero piccolo, e in questi bei
ricordi realizzo che in fin dei conti quando ero libero lì fuori non sono stato
il padre che adesso mi sento. Torno in me e vado verso di loro e dopo aver
detto ad entrambe che le amo e che presto tornerò a casa, la mia mente
materializzava il mio totale cambiamento. Quelle ore di colloquio volevo
fossero interminabili.
Avevo preso coscienza della mia
metamorfosi, ancora non sapevo bene indirizzare i miei pensieri in una sola
direzione ma si facevano sempre più limpidi,
una certezza si faceva avanti...io adesso sono un padre ed un marito e
sono sicuro che saprò esserlo in tutto e per tutto! Sono cresciuto e maturato
come uomo già come dato anagrafico, quando sono entrato in questo posto avevo
25 anni adesso ne ho 28. Ho subito molte privazioni in questi posti, ho girato
molti carceri e la sofferenza non era quella, perché a me avrebbero anche
potuto buttarmi in un pozzo, bastava che mi avessero dato la conferma fin
dall’inizio che mia moglie e mia figlia ci sarebbero stato fino alla fine. Ecco
ora capisco perché sono cambiato! È grazie a loro, a quegli sguardi ricchi
d’amore, a un sorriso di mia figlia, ad un bacio di mia moglie, si sono
cambiato in nome dell’amore e non della privazione, il carcere ha provato in
tutti i modi a minare il nostro rapporto, a rendermi peggiore! ma l’amore vince
su tutto! Non porto rancore a questo posto, ma sono sicuro di non finirci più,
perché la mia vita la dovrò passare accanto a chi non mi ha mai abbandonato.
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