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speciale covid/2, 64 pagine
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Tutto cambierà, per non cambiare nulla

di Francesco Lo Piccolo In questi tempi di pandemia è utile ripensare a Erving Goffman (1922-1982) e alla sua definizione “un’istituzione è totale quando ha un potere particolarmente inglobante sull’individuo”. Quattro, in particolare,   secondo lo studioso canadese, sono le caratteristiche di una istituzione totale, ovvero 1) ogni attività si svolge nello stesso luogo e sotto la stessa autorità; 2) gli individui svolgono quotidianamente delle attività per gruppi numerosi, sotto la stretta sorveglianza da parte dello staff dell’istituzione; 3) vi è un sistema di regole ferree e ripetitive che scandiscono le varie attività e fanno scaturire così una standardizzazione dei comportamenti; 4) lo svolgimento di tali attività è diretto al perseguimento dello scopo ufficiale dell’istituzione. Queste quattro caratteristiche sono descritte in una opera imponente che si intitola Asylums e che parla di prigioni e di ospedali psichiatrici e dunque parla di persone che vengono richiuse dentro sp

Il Covid 19 ci assomiglia un po’ troppo

di Fabio Ferrante La velocità con cui la pandemia ha colpito tutto il mondo è figlia di questi tempi. Gran parte del pianeta ha reso i ritmi di vita insostenibili e ha accorciato inesorabilmente le distanze. Alla stessa velocità, agli stessi ritmi e bruciando le distanze mondiali in una settimana, il virus ha assunto le sembianze dei nostri tempi: rapido, globale, senza etica. Ma il virus è anche figlio di quella Cina che a passi da gigante è diventata una grande potenza economica che vuole diventare come i paesi occidentali prendendone gli stessi vizi, ma che nella vastità delle sue province ha ancora usi e costumi di tempi ormai passati. Senza nulla togliere alle tradizioni e alla cultura popolare, ma se in Italia siamo subissati da normative igienico-sanitarie che hanno perfino costretto alla scomparsa di alcuni prodotti culinari tipici, allora anche un paese che pretende di confrontarsi con il mercato globale deve attenersi a logiche sanitarie minime, soprattutto alla luce di