di Fabio Ferrante La velocità con cui la pandemia ha colpito tutto il mondo è figlia di questi tempi. Gran parte del pianeta ha reso i ritmi di vita insostenibili e ha accorciato inesorabilmente le distanze. Alla stessa velocità, agli stessi ritmi e bruciando le distanze mondiali in una settimana, il virus ha assunto le sembianze dei nostri tempi: rapido, globale, senza etica. Ma il virus è anche figlio di quella Cina che a passi da gigante è diventata una grande potenza economica che vuole diventare come i paesi occidentali prendendone gli stessi vizi, ma che nella vastità delle sue province ha ancora usi e costumi di tempi ormai passati. Senza nulla togliere alle tradizioni e alla cultura popolare, ma se in Italia siamo subissati da normative igienico-sanitarie che hanno perfino costretto alla scomparsa di alcuni prodotti culinari tipici, allora anche un paese che pretende di confrontarsi con il mercato globale deve attenersi a logiche sanitarie minime, soprattutto alla luce di
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