di
Domenico Silvagni
La pandemia ancora in corso ha ovviamente determinato le decisioni del Governo per
bloccare il covid-19. Non poteva essere diversamente e infatti, quando lo
scorso 21 Febbraio la notizia del contagio nel lodigiano ha invaso le case
degli italiani, le azioni che ne sono seguite di fatto hanno determinato un
nuovo corso della politica italiana. Le misure che il Governo ha dovuto
adottare nelle ultime settimane per contrastare l’epidemia, innegabilmente
hanno messo a nudo le proposte con le relative certezze che certa politica ha
cavalcato negli ultimi due anni, progetti - più che altro visioni - la cui
pericolosità è ormai palese per quanto già attuato, come le conseguenze
subite dal sistema sanitario che, in piena emergenza da epidemia, si è
ritrovato a ranghi ridotti per “quota 100” la cui applicazione ha generato
vuoti che, a detta di chi l’ha fortemente voluta e perseguita, sarebbero
stati immediatamente coperti, senza tener conto dell’esperienza di anni di
lavoro, come se anni di lavoro contassero nulla e infatti sono venuti a darci
una mano medici cubani, sud americani, russi e ci ritroviamo succubi della
tutt’altro che disinteressata generosità cinese.
Siamo stati vittime di una
propaganda da social, infarcita di sovranismo,
qualunquismo e prese di posizione prive di un qualsiasi disegno
politico, il tutto per un consenso immediato, con la conseguenza di aver
lacerato il Paese e fatto smarrire il senso della responsabilità e della
comunità, mettendo in dubbio quella solidarietà che è la base della società
civile e che, quasi a voler infondere coraggio a tutti, in questi giorni
terribili e amari non è mancata, come a voler smentire i propositi visionari
del cosiddetto “governo del cambiamento” che ha solo alimentato le proteste
dando l’illusione di poter determinare quelle scelte che appartengono a chi è
chiamato a guidare il paese.
C’è da sperare di aver ripreso il
controllo della accantonando “l’uno
vale uno”, delirante modello di società di pentastellata memoria che ha svilito e di fatto annullato competenza
e professionalità ritenendo inutili
tecnici, scienziati, professionisti, salvo dover poi prendere atto che
soprattutto la politica deve essere “competente” per recepire i consigli e
tradurli in corrette direttive.
Abbiamo subito per mesi e in ogni
occasione o lo slogan “prima gli italiani” con la consequenziale spinta a tener conto dei propri interessi
senza pensare ad altro o ad “altri” e tutto ciò oggi risulta ridicolo perché
stiamo scoprendo che abbiamo bisogno degli “altri”, del mondo e dell’Europa
perché siamo in un globalismo senza più confini e orizzonti che abbiamo
desiderato e accettato: ora non resta altro che prenderne atto e considerare
che il sovranismo è l’esatto contrario della sovranità che non prevede
l’isolamento, la chiusura delle frontiere. Abbiamo sopportato le ossessive
filippiche sui “migranti” e il voler ignorare le ragioni storiche e geografiche
alla base del fenomeno migratorio, per alimentare la paura verso lo straniero
“nemico”, concetto che l’evoluzione della civiltà aveva contribuito a superare.
Si è alimentata l’illusione del
federalismo per allontanare il Nord dal Sud dell’Italia e, invece, la tragedia
del coronavirus ha fatto scoprire quanto gli uni abbiano bisogno degli altri e
abbiamo finalmente realizzato quanto
alta e irrinunciabile sia la necessità di regole comuni e unità di indirizzi
per affrontare le emergenze. Si è realizzato, forse, lo sbandierato taglio dei
parlamentari, senza tener conto che una parte del territorio dell’Italia, sarà privata della rappresentanza
parlamentare della rappresentanza e contestualmente si è svilito il concetto
della Repubblica Parlamentare.
Ora
questo delirio sembra passato, ma rimane l’amara conclusione di aver dovuto
affrontare un’epidemia per azzerare le negative predicazioni di personaggi un
po’ guitti e molto illusionisti. Ora rimane il presente da affrontare e andare
oltre verso il futuro che sarà forse più duro del presente, ma abbiamo il
privilegio di appartenere all’umanità, di avere testa e anima e cuore per
superare tutti gli ostacoli che incontreremo come è sempre stato. E’ la nostra
storia, è la storia dell’uomo che è capace di risorgere e ora è il nostro turno
di fare la storia. Facciamola.
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