Qual è la situazione nelle carceri in
Abruzzo? Quante sono state le istanze per la concessione di misure alternative?
Equante sono le persone uscite dagli istituti e mandate in detenzione
domiciliari?
Risponde a Voci di dentro la dottoressa
Mariarosaria Parruti, presidente del Tribunale di Sorveglianza de L’Aquila da
dove vengono coordinati tutti i magistrati di sorveglianza della regione.
“I
nostri Uffici di L’aquila e
Pescara stanno istruendo centinaia di istanze di detenzione domiciliare ex art.
1 legge n. 199-2010, art. 123 D.L. 18-2020, e di sospensione pena per motivi di
salute ex art. 147 c.p. E ciò avviene, in questo periodo di emergenza Covid 19,
e nonostante le cancellerie lavorino in presenza solo con un presidio, da
remoto in attuazione della normativa emergenziale al fine di contenere il
rischio di contagio.
Le stesse direzioni penitenziarie
congiuntamente ai Dirigenti delle Unità operative penitenziarie hanno infatti,
segnalato i casi ai quali, per malattie croniche ed età avanzata, è possibile riconnettere un elevato rischio
di complicanze in caso di infezione da Coronavirus.
Sia il Tribunale che gli Uffici di sorveglianza stanno emettendo decine di
provvedimenti di accoglimento di misure alternative, laddove ci siano i
presupposti previsti dalle norme indicate, avendo comunque presente e
tenendo dunque conto del fatto che in
alcuni istituiti penitenziari del distretto ove c’è sovraffollamento, il
rischio di contagio è in re ispa in relazione agli spazi che ogni detenuto ha a
disposizione.
Anche a livello Regionale si sta lavorando
per trovare soluzioni adeguate per il caso che siano riscontrati casi di positività
al Coronavirs in carcere, in modo da poter operare in modo tempestivo ed
efficace.
Qual è la situazione all’interno dei vari
Istituti?
“Penso che la situazione attuale sia
difficile da vivere all’interno degli Istituti per il semplice fatto che non
entra più nessuno dall’esterno e che anche gli educatori e gli operatori
penitenziari hanno ridotto le loro presenze, in attuazione della normativa
emergenziale.
Infatti, in una bellissima lettera che ho
letto in questi giorni si diceva che: “Una visita anche un’ora a settimana,
una parola di conforto di un volontario sono piccole cose che ci mantengono in
vita”.
La espiazione della pena è innanzitutto
relazione con persone significative che possano aiutare il condannato a
rendersi conto del male fatto, ed a tentare di ricostruire prima di tutto in sé
quello che con il reato è stato infranto; per cui la vera drammaticità della
situazione che viviamo nasce dal fatto che la presenza del virus invece, ha allontanato tutti noi, liberi e non dalle
relazioni in presenza. Occorre forse riscoprire in carcere come fuori che le
relazioni, nella loro insostituibile capacità di sostenere ognuno di noi,
possono essere coltivate anche con modalità diverse…magari con una lettera, con
un collegamento Skype, nell’attesa di poter tornare a guardare in presenza il
prezioso volto di quanti ci sostengono
nel cammino della vita”.
Mascherine, prodotti igienizzanti, stanze
per l’isolamento …ci sono in carcere questi dispositivi?
“Nel distretto ci sono 8 Istituti che presentano realtà da questo punto di
vista molto diversificate: ad esempio, Sulmona dispone di 4 stanze di
isolamento con bagno singolo, mentre Chieti dispone allo stato di sole due
stanze di isolamento. Per quanto riguarda invece, mascherine e prodotti igienizzanti anche se in numero piuttosto limitato sono
presenti che io sappia in tutti gli
Istituti del distretto”.
I provvedimenti fin qui attuati sono
sufficienti a rendere più sicure le carceri in caso dello scoppio di uno o più
casi di detenuti positivi all’interno degli Istituti?
“Come dicevo sono a conoscenza del fatto
che gli Istituti hanno approntato un
piano in caso di eventuale positività in carcere da coronavirus che prevede
chiaramente il diverso trattamento dei casi “pauci sintomatici” da quelli più
gravi ed inoltre, la Regione e la Protezione civile stanno approntando un piano
che prevede il trattamento di eventuali positività all’interno degli Istituti
del distretto per il caso che le positività riscontrate dovessero raggiungere
numeri elevati”.
In considerazione che i tempi per la
concessione delle misure alternative sono adatti a tempi ordinari, occorre infatti il visto del p.m.,
occorrono cioè tanti altri adempimenti per cui ci vuole tempo, in questa situazione
di emergenza si deve attendere o si può trovare una via più breve?
“Verifico tutti i giorni che i tempi per i
pareri sono assolutamente contenuti, poiché ormai anche tra Uffici, per evitare
contatti personali, gli atti vengono
trasmessi in via telematica e così tempestivamente restituiti. Penso invece,
che la detenzione domiciliare ex art. 123 D.L. n. 18 del 2020, non abbia esteso
di molto la possibilità di concedere la detenzione domiciliare già prevista
dalla legge n. 199-2010. Forse, se si fosse ritenuto di dover ridurre le
presenze in carcere in modo consistente, si sarebbero dovuti assumere
provvedimenti dalla portata maggiormente deflattiva”.
In particolare come giudica la proposta
che è stata avanzata qualche giorno fa dalla Presidente del Tribunale di
Sorveglianza di Milano di prevedere un meccanismo automatico per la concessione
dei domiciliari?
“La collega si trova in una zona
fortemente colpita dalla attuale epidemia e dunque sente particolarmente
l’urgenza di ridurre le presenze in carcere per l’esistenza dell’elevato
rischio di contagio anche all’interno degli Istituti. Detto questo, il nostro lavoro di giudici è
un lavoro bellissimo, ma anche molto impegnativo in cui a ciascuno di noi è
chiesto di cercare di dare giustizia caso per caso, dando un senso qui ed ora
alle norme. Noi ci occupiamo di casi, anzi di un caso per volta e dobbiamo
applicare le norme generali ed astratte, cercando di dare una soluzione che
tenga conto della situazione concreta … non credo si possa chiedere ad un
giudice di applicare una misura alternativa in modo automatico… forse la
soluzione cui si riferiva la collega è relativa ad un provvedimento di indulto
o comunque di clemenza che invece, trova applicazione in modo automatico, in presenza delle condizioni indicate dal
legislatore”.
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